4/22/2009

La petrolizzazione.
ABRUZZO
da regione VERDE D’EUROPA










a regione NERA D’EUROPA.


Cresce la preoccupazione non solo fra gli operatori turistici, per il rischio che l’Abruzzo venga trasformato in un distretto petrolifero.

Fanno bene a preoccuparsi…

Quello che le associazioni ambientaliste temevano come un incubo pare che diventi realtà: in progetto 3 nuovi pozzi e forse anche un quarto davanti alla costa di Vasto e San Salvo.

E non finisce qua.

Per quanto riguarda l’on-shore, la compagnia irlandese farà subito valere il permesso di ricerca Civitaquana, che interessa un’area di 615,37 kmq adagiata tra le province di Teramo, Pescara e Chieti, ed interferisce parzialmente con i Parchi Nazionali del «Gran Sasso-Monti della Laga» e della «Maiella». I Comuni esposti al rischio petrolizzazione saranno quasi 50.

Gli effetti devastanti sull’ambiente, non si avranno soltanto dalle attività estrattive in senso stretto, ma anche le attività di prima lavorazione che, a causa dell’infima qualità del greggio estratto, dovranno avvenire necessariamente in loco.


Ma Montebello quanto è lontana da questa OSCENA realtà…

Giudicate voi, l’area in verde rappresenta il territorio in cui al 31 gennaio u.s. è stato dato il permesso per la ricerca del petrolio.

Qualcuno potrebbe pensare all’oro nero come risorsa, provate a vedere cos’è successo in Val D’Agri dove le estrazioni vanno avanti da quasi un secolo. Vi sono diverse ricostruzioni di giornali e trasmissioni:

Il sole 24ore:

Fra gli alberi c’è la sorgente e un ruscello di acqua e greggio; a ogni sasso l’acqua iridescente gonfia una schiuma giallastra e tenace. L’erba sulle rive è nera e unta; fra i castagni non c’è profumo di funghi e di terra umida; l’odore è di un distributore di benzina.

A chi vanno i soldi di questo petrolio? Una quota — per legge le royalty sono il 7% del valore del greggio estratto — va alla Regione e allo Stato. Il resto va tutto in tasca alla compagnia. Ovviamente la percentuale è sul costo di produzione, di circa 7 $ al barile.

Anno Zero 6 marzo 2008

E' talmente bella la Val d'Agri, che doveva diventare un Parco nazionale. Poi si scoprì il petrolio, un giacimento che ai prezzi attuali vale più di 50 miliardi di euro...e niente fu più come prima...

Scrivi petrolio e leggi ricchezza, ma in Basilicata basta avere un lavoro per sentirsi ricco. I tecnici del lavoro vengono tutti da fuori, ed i locali contratti a 6 mesi...

Per estrarre , le compagnie versano alla Basilicata le cosiddete royalties: un tot a barile, ma i giovani e le famiglie vanno via..

Le compangie petrolifere lo mettono sul mercato sotto forma di benzina, come se l'avessereo comprato in Arabia Saudita...

Le nostre pregiatissime acqua e aria, il nostro verde, i nostri prodotti sani, la nostra vita tranquilla, la nostra SERENiTA’, la nostra terra non sarà più la stessa… Il turismo??? Rimarrà solo un sogno… Documentatevi e traete le vostre conclusioni!!! Io una regione così non la voglio!!!!!!!!!!

Il Mondo va verso le energie rinnovabili, basso costo, 0 emissioni, energie PULITE… Noi non possiamo scoprire ora il petrolio o il Nucleare!!!

Emanuele Pavone